Eventi
Una nuova mostra Michelotti s World sarà ospitata al MAUTO Museo nazionale dell automobile di Torino dal 6 ottobre al 9 gennaio 2022. Giovanni Michelotti è uno degli stilisti più ammirati nel mondo. Pur non essendo mai diventato un costruttore il suo stile è tra i più luminosi del periodo 1950 ’70 con esempi notevolissimi anche durante gli anni a cavallo della guerra. Alcuni marchi tra tutti BMW considerano il suo apporto ancora oggi indelebile. Nel centenario della nascita il MAUTO allestisce una importante personale dedicata al designer torinese. Per la prima volta una porzione cospicua dell’archivio Michelotti verrà esposta al pubblico. Schizzi disegni tecnici piani di forma modelli in scala saranno visibili al MAUTO insieme a una selezione di autovetture tra le più rappresentative. Queste insieme a documenti cartacei filmati inediti e un suggestivo impianto scenografico racconteranno la storia professionale e umana dello stilista. Il progetto espositivo è curato da Giosuè Boetto Cohen con il supporto di Edgardo Michelotti figlio del designer e custode dell’archivio privato.
dal: 1 ott, 2021 al: 6 mar, 2021Alla Fondazione Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale di Torino ci sono voluti sei mesi di lavoro e la vendita di oltre 40.000 buste di insalata per realizzare il restauro del tappeto Ushak a medaglione del XVII secolo proveniente dal prezioso nucleo di quattrodici tappeti orientali della collezione Franchetti della Ca’ d’Oro di Venezia. Il recupero e restauro conservativo di questo capolavoro dell’arte tessile momento apicale del progetto Una trama da svelare programma di valorizzazione del manufatto e di esposizione nel percorso museale dell’istituzione veneziana e stato realizzato dal Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale e ha visto per la prima volta una strettissima collaborazione tra pubblico e privato che ha coinvolto oltre al Centro la Direzione regionale Musei Veneto il produttore di insalate in busta Gli Orti di Venezia e Nova Coop. Al restauro hanno contribuito tutte le diverse anime del Centro di Venaria: restauratori insieme a chimici e storici dell’arte hanno definito un approccio metodologico che rispettasse le vicende conservative del tappeto e seguisse da una parte un metodo integrativo con la ricostruzione della materia tessile nelle piccole porzioni lacunose ritessute con filati in lana tinti in accordo con l’originale e dall’altra parte un metodo conservativo delle ampie e diffuse aree che erano gia state oggetto di ritessitura in passato e che si mostravano fortemente degradate. Gli ampi interventi storici sono stati conservati e accordati cromaticamente ad acquerello seguendo la metodologia che in genere si applica nel campo del restauro dei dipinti. Tutte le fasi sono state sottoposte a rigorosi test scientifici e monitorate nel corso della realizzazione.
dal: 28 set, 2021 al: 6 feb, 2022La Torino avanguardistica gioca un altra carta verso il futuro nel tempio che fu dell auto ma molto lontano da essa. Si tratta del giardino sul tetto del Lingotto. Grazie all imminente mostra Fondazione Maeght. Un atelier a cielo aperto a cura di Daniela Ferretti che aprirà al pubblico il 16 ottobre presso la Pinacoteca Agnelli con la collaborazione della Fondazione Maeght e MondoMostre il nuovo parco pensile del Lingotto accoglie sino al 13 febbraio 2021 nove opere di alcuni dei massimi scultori del Novecento abitualmente ospitate negli splendidi giardini del celebre museo di Saint Paul de Vence. L’allestimento della mostra e delle sculture è curato da Marco Palmieri. Il parco sul tetto del Lingotto ricco di oltre 40.000 piante attentamente selezionate e circondato dalla storica Pista divenuta oggi Pista 500 sperimenta così sin da subito in ogni aspetto la sua vocazione di punto d incontro tra una concezione innovativa del verde urbano una gloriosa tradizione industriale e la funzione di custodia e condivisione dell arte già da molti anni esercitata dalla Pinacoteca Agnelli ora in grado di proporre ai visitatori anche opere ambientate en plein air. Le sculture della Fondazione Maeght rappresentano una raffinata scelta di lavori di grandi artisti del secolo scorso molti dei quali intimi amici della coppia di collezionisti e mercanti d arte francesi: una scultura e una lamiera di Mir e due bronzi di Zadkine e Jean Arp cui si affiancono opere molto importanti di Riopelle Claude Viseux Norbert Kricke e Barbara Hepworth. Da tempo la Pinacoteca Agnelli si è data la missione di esplorare la tradizione del collezionismo d arte privato: la mostra dedicata alla raccolta dei coniugi Maeght di cui le sculture nel parco rappresentano una preziosa anticipazione prosegue questo itinerario culturale aprendosi grazie a Pista 500 a una visione ancora più ampia che si intreccia con il tema della memoria storica e dell innovazione industriale della tutela dell ambiente e del dialogo con il territorio.
dal: 23 set, 2021 al: 25 mar, 2022L’Opera Viva Barriera di Milano continua con la sua sesta esposizione progetto ideato da AlessandroBulgini curato da Christian Caliandro e sostenuto dalla fiera d’arte Flashback: Imagination is an act of rebellion di Federica Belli 2021 . Il racconto che mese dopo mese si dispiega in questa settima edizionedel progetto Opera Viva Barriera di Milano prosegue con la sua sesta puntata. L’evento è programmato alle 18 30 di mercoledì 29 settembre sempre in piazza Bottesini e avverrà in diretta facebook. La giovanissima artista ligure Federica Belli propone un’immagine che è parte di un progetto complessivo e commenta: Un promemoria di quanto importante sia mantenere viva la nostra capacità di immaginare nuovi scenari e prospettive ... un promemoria del fatto che investire nella nostra immaginazione è e deve essere una scelta consapevole contro corrente. Una forma di ribellione. Quale occasione migliore di oggi per costruire il nostro futuro? Come le opere precedenti anche questo manifesto si interroga sul cambiamento sul mutamento sulla trasformazione anche difficile e faticosa ma sempre stimolante che stiamo attraversando in questi anni nella nostra vita collettiva e individuale. La fotografia viene individuata dall’autrice come il medium privilegiato per questa riflessione con la sua capacità di essere manipolata e manipolabile all’infinito e al tempo stesso fedele al dato di realt à e con la predisposizione a chiamare in causa le dimensioni dell’immaginazione e del sogno per dare corpo sostanza e visione alla ribellione creativa non violenta ma esistenziale che coinvolga le menti e i corpi e che è così necessaria al mondo di oggi.
dal: 22 set, 2021 al: 11 dic, 2021Cinquant’anni fa nasceva a Torino il primo movimento di lotta per i diritti delle persone omosessuali: il FUORI!. In parallelo usciva l’omonima rivista voce e strumento organizzativo di una comunità che pian piano si espande in tutta Italia. Per ripercorrere genesi sviluppi e lasciti di un’esperienza che segna la fisionomia dell’attuale movimento LGBTQI italiano il Museo Diffuso della Resistenza insieme al Polo del 900 e alla Fondazione Sandro Penna FUORI! presenta la mostra FUORI! 1971 2021. 50 anni dalla fondazione del primo movimento omosessuale in Italia . Aperta al pubblico dal 23 settembre al 24 ottobre negli spazi del Polo del 900 e del Museo Diffuso della Resistenza Galleria delle immagini corso Valdocco 4 A mar dom ore 10 18 ingresso gratuito . La mostra sarà visitabile nel rispetto delle norme vigenti di prevenzione COVID 19 e per accedere sarà necessario come previsto dalla legge presentare il Green Pass all’ingresso. Ci sono alcuni buoni motivi per cui il Museo Diffuso della Resistenza è onorato e orgoglioso di ospitare una mostra sul Cinquantenario del FUORI!. Il primo è l’evidenza incontrovertibile che le conquiste del movimento LGBTQI italiano negli ultimi cinquant’anni rappresentino una delle più ampie e radicali trasformazioni sociali del Paese in riferimento all’ampliamento dei diritti e delle opportunità della persona. Il secondo è che la storia dell’omosessualità e del movimento LGBTQI italiano coincide e si intreccia con la storia di tutti gli italiani: il carcere o il confino degli anni del fascismo la deportazione e la morte nei campi di concentramento nazi fascisti la clandestinità dei desideri e della sessualità negli anni Cinquanta e Sessanta la tensione rivoluzionaria degli anni Settanta e le sue derive estremistiche gli anni del riflusso post ideologico degli anni Ottanta e Novanta con l’aggravante continua però dell’invisibilità dello stigma e dell’emarginazione che l’epidemia di AIDS ha prodotto negli anni ottanta del XX secolo. Il terzo motivo è che la storia che vogliamo raccontare è la storia di un movimento politico culturale ed esistenziale che vede la propria nascita il proprio nucleo fondatore e il proprio più importante leader Angelo Pezzana muovere i primi passi di una rivoluzione senza precedenti proprio a Torino. Non per provincialismo dunque ma per doverosa necessità di riconoscere memoria e dignità a un’esperienza politica e sociale legandola alle ragioni del territorio e del contesto socio storico in cui è nata che realizziamo questa mostra al Museo Diffuso in sinergia con il Polo del 900 e la Fondazione Sandro Penna FUORI! Roberto Mastroianni presidente del Museo Diffuso della Resistenza e curatore della mostra.
dal: 22 set, 2021 al: 11 nov, 2021Il Museo Radio Tv Rai di Torino in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio ospiterà un evento straordinario sabato 25 e domenica 26 settembre gli orari sono 11 14.30 16.30 un apertura speciale con un programma che comprende visita guidata del Direttore Alberto Allegranza e a seguire un breve concerto dei professori dell’Orchestra Sinfonica Rai. Sul palco Alessandro Milani al violino e Margherita Bassani all arpa che suoneranno Camille Saint Saens Debussy e Paganini. L’ingresso è gratuito. Prenotazioni obbligatorie inviando una mail a [email protected] specificando nome cognome e recapito telefonico di ciascun partecipante. Nei mesi scorsi il Museo è stato rinnovato: l’esposizione consente ora un viaggio nel mondo delle comunicazioni radiotelevisive tra passato e futuro raccontando anche il passaggio dalla Tv analogica a quella digitale e facendo rivivere la storia della Rai attraverso quattro apparecchi televisivi di epoche diverse in cui il pubblico potrà immergersi .
dal: 22 set, 2021 al: 6 feb, 2022Il 17 settembre di 150 anni fa si inaugurava a Bardonecchia e Modane la prima galleria ferroviaria al mondo attraverso una catena montuosa tre giorni di festeggiamenti celebrarono questo passaggio storico nei collegamenti europei. TELT promotore pubblico della Torino Lione e Museo Nazionale del Risorgimento Italiano propongono un viaggio in quella storia: a Palazzo Carignano di Torino sede del Museo e del Parlamento Subalpino che nel 1857 decretò l’opera continua fino al 1 novembre la mostra Di pietra e ferro: 150 anni del Traforo del Fr jus . Il percorso espositivo sarà inaugurato questa sera alle 18 dal presidente e dal Direttore del Museo Mauro Caliendo e Ferruccio Martinotti e dal direttore generale di TELT Mario Virano. l Traforo del Frejus spiega Caliendo vide la luce grazie all’insistenza tenace di Camillo Cavour il primo ministro di Vittorio Emanuele II nonostante critiche e contrarietà. Le sue parole io nutro ferma fiducia che voi coronerete la vostra opera con la più grande delle imprese moderne deliberando il perforamento del Moncenisio furono pronunciate in un appassionato discorso proprio qui a Palazzo Carignano nella Camera del Parlamento Subalpino che è il cuore del Museo Nazionale del Risorgimento. La mostra DI PIETRA E FERRO racconta dunque una storia che ci appartiene una storia che porterà alla realizzazione di un’opera importantissima per lo sviluppo dell’Italia tra Ottocento e Novecento perch permise il collegamento con le grandi capitali d’Europa il progresso nelle infrastrutture nelle tecnologie e nei commerci. Una mostra che su questi temi saprà certamente suscitare riflessioni anche oggi. Lo scavo del Frejus aggiunge Virano è una storia di visione europea di innovazioni scientifico tecnologiche pionieristiche di lavoro che ha cambiato i destini dei territori interessati proiettandoli in Europa già a fine Ottocento lasciando importanti ricadute visibili ancora ai giorni nostri. Per questo a 150 anni dalla sua realizzazione e nell’Anno Europeo delle Ferrovie abbiamo voluto condividere il racconto di quell’epopea. Sentiamo la responsabilità di tramandare l’archeologia del sotterraneo raccogliendone le testimonianze e mettendole a disposizione di appassionati studiosi e grande pubblico. La mostra è un mix di messaggi e testimonianze del passato miniera di informazioni d’interesse storico ingegneristico di livello internazionale fortemente attuali e proiettati nel futuro. Abbiamo voluto porre l’accento su alcuni elementi di questa storia come uno sguardo alle nostre radici per guardare avanti convinti che le grandi sfide portino a grandi risultati. L’epopea del Frejus lo dimostra . Attraverso documenti originali dell’epoca voci immagini ricostruzioni e personaggi due percorsi paralleli nel Corridoio della Camera Italiana raccontano quei 14 anni di lavori: da un lato l’infrastruttura dalla proposta alla realizzazione fino alle celebrazioni inquadrata anche in un contesto di eventi internazionali dall’altro i protagonisti che furono motori dell’opera con le idee i politici Cavour e Menabrea le innovazioni scientifico tecnologiche gli ingegneri Sommeiller Grandis Grattoni il lavoro le società operaie i lavoratori locali e immigrati . L’esposizione riunisce documenti tavole foto e litografie provenienti dalla collezione storica di TELT e testimonianze originali provenienti dagli archivi del Museo: tutti questi materiali ricostruiscono i principali passaggi di quella che nel 1871 fu insieme al taglio dell’istmo di Suez una delle due grandi opere dell’Ottocento il primo grande cantiere binazionale. Si alternano progetti e relative reazioni istituzionali disegni della prima perforatrice meccanica usata per lo scavo xilografie pubblicate sui media dell’epoca che raccontano l’avanzamento dei lavori vedute dei paesaggi alpini di fine Ottocento cronache delle feste per l’inaugurazione del 1871 fino al Genio alato testimonianza voluta dalle società operaie di tutta Italia nel 1879 per celebrare il lavoro sul tunnel Bardonecchia Modane.
dal: 20 set, 2021 al: 11 ott, 2021Due opere a confronto l occasione preziosa di vederle accanto un autore tra i più importanti del Cinquecento e Seicento italiani da riscoprire. Dal 7 settembre nell’ambito dei progetti di collaborazione con musei italiani e stranieri l occasione è fornita dai Musei Reali che ospitano al primo piano della Galleria Sabauda fino al 12 dicembre l’opera di Orazio Gentileschi Santa Cecilia che suona la spinetta e un angelo in prestito dalla Galleria Nazionale dell’Umbria di Perugia. L’evento offre una straordinaria opportunità di un confronto diretto con l’Annunciazione capolavoro dello stesso artista celebre seguace di Caravaggio. La pinacoteca già arricchita nel 2018 con due acquisizioni di Carol Rama e Carlo Mollino è stata inoltre in parte riallestita in occasione di questa nuova mostra dossier in particolare in riferimento al settore dedicato ai pittori Caravaggeschi e ai Maestri lombardi di primo Seicento. La collaborazione con la Galleria Nazionale dell’Umbria di Perugia dopo la presenza del San Giovanni Battista di Caravaggio delle Gallerie Nazionali di Arte Antica di Roma pone ancora una volta l’accento sul filone dedicato ai grandi artisti influenzati dal Merisi e consolida un altro obiettivo dei Musei Reali: il potenziamento delle relazioni con altri musei e istituzioni nazionali con la prospettiva di costruire una rete virtuosa che accentui e valorizzi le ricchezze di ciascuna realtà. Il confronto tra queste due opere di Orazio Gentileschi uno dei pittori più acclamati a cavallo tra Cinquecento e Seicento permette di accostarsi al suo metodo di lavoro che consiste nel riutilizzo di cartoni o di lucidi per comporre singole figure o intere scene. Il volto di Santa Cecilia che suona la spinetta e un angelo dipinto tra il 1615 e 1620 e proveniente dal monastero di San Francesco al Borgo di Todi dove fu ritrovato nel 1973 ritorna con attitudine simile in quello della Vergine nell’Annunciazione di Torino donata dallo stesso artista al duca Carlo Emanuele I di Savoia nel 1623 e oggi esposta nella Galleria Sabauda. Nella prima opera Cecilia aristocratica romana che si convertì al cristianesimo e subì il martirio per decapitazione intorno al 230 d.C. ha il capo coronato di fiori simbolo di castità e sfiora con le dita la tastiera di una spinetta accompagnando con la musica il tacito canto di preghiera ispirato dalle note dello spartito offertole da un angelo. L’esistenza di un unico modello figurativo reinterpretato con lievi varianti è evidente dalla comparazione con l’Annunciazione. Una lettera inviata insieme al dono rivela la consapevolezza di Gentileschi dell’altissima qualità dell’opera e il suo desiderio di accattivarsi i favori del duca per essere chiamato al servizio della corte torinese sottolineato anche dalla scelta del soggetto un vero e proprio omaggio ai Savoia che si erano fregiati dell’ordine cavalleresco dell’Annunziata. Nella tela di Perugia le figure emergono dall’oscurità investite da una luce che esalta la definizione del disegno e accende i valori cromatici della veste rossa di Cecilia della sua candida camicia e della tunica ocra dell’angelo la regia si fa invece più complessa nella tela torinese dove il chiarore naturale della luce divina penetra nella stanza svelando i dettagli dell’ambiente domestico. Nella scelta compositiva nel sapiente uso della luce e nell’utilizzo di una gamma cromatica elaborata e preziosa Gentileschi riesce a coniugare con grande abilità l’impostazione arcaica derivata dalla tradizione quattrocentesca fiorentina con le novità del realismo caravaggesco e della lezione fiamminga da Rubens a van Dyck.
dal: 7 set, 2021 al: 6 dic, 2021Ultima settimana utile per i visitatori per scoprire due mostre di grande impatto ospitate fino a lunedì 30 agosto da Palazzo Madama La prima si chiama La Madonna delle Partorienti dalle Grotte Vaticane e si concentra sul prezioso affresco realizzato da Antoniazzo Romano 1435 1508 alla vigilia del Giubileo del 1500 presentato per la prima volta al pubblico dopo un lungo e complesso restauro si trovava in origine nel transetto meridionale della vecchia basilica sopra l’altare della cappella Orsini. Durante i lavori per la costruzione del nuovo San Pietro l’affresco fu staccato dalla parete e nel 1574 fu collocato in una nicchia dietro un altare a ridosso del muro che divideva l’antica chiesa dal cantiere del nuovo San Pietro. Qui continuò a raccogliere la devozione dei fedeli e soprattutto delle donne in attesa del parto. Rimosso anche da questo luogo nel 1605 venne poi portato nelle Grotte Vaticane e nel 1616 trovò definitiva collocazione in una cappella appositamente ricavata sotto il pavimento della basilica. L’immagine della Madonna delle Partorienti o degli Angeli come veniva chiamata nel Cinquecento venne allora ridotta di dimensione perdendo l’originaria mandorla con variopinte figure di cherubini che tuttavia si possono ammirare nell’inedita e attendibile proposta ricostruttiva presentata in mostra. L altra mostra di Palazzo Madama si intitola Ritratti d’oro e d’argento. Reliquiari medievali in Piemonte Valle d’Aosta Svizzera e Savoia : curata da Simonetta Castronovo espone una galleria di busti reliquiario dal Trecento al primo Cinquecento provenienti da tutte le diocesi del Piemonte e raffiguranti santi legati alle devozioni del territorio e alle titolazioni di determinate chiese locali oltre ad alcuni esemplari dalla Svizzera e dall’Alta Savoia. Documentati già dall’XI secolo per contenere la reliquia del cranio di certi santi i busti sono a tutti gli effetti dei ritratti in oreficeria solitamente in rame o in argento dorato spesso arricchiti da pietre preziose vetri colorati e smalti. Una produzione specificatamente medievale in cui convivono il gusto per il ritratto di tradizione classica e le pratiche devozionali teorizzate da alcuni ecclesiastici e filosofi del XII secolo secondo cui la contemplazione dell’immagine di un santo realizzata con materiali preziosi poteva condurre il fedele verso l’elevazione spirituale. I busti e le teste reliquiario si configurano quindi come opere di valenza doppia: sia opere d’arte sia ricettacolo delle reliquie dei santi che rappresentano e in quanto tali oggetto della venerazione dei fedeli.
dal: 24 ago, 2021 al: 6 nov, 2021Le Atp Finals che giocheranno in autunno a Torino accendono la città sul tema sporta attraverso diversissimi punti di vista. In primis quello dell arte. Così Camera Centro Italiano per la fotografia annuncia Martin Parr. We Sports la grande mostra d’autunno che avrà per protagonista un mito assoluto della fotografia contemporanea. L’esposizione sarà realizzata in collaborazione con Gruppo Lavazza partner istituzionale e storico sostenitore di Camera e con Magnum Photos viene allestita proprio in occasione delle Nitto Atp Finals e si terrà a Torino dal 28 ottobre 2021 al 13 febbraio 2022 in via delle Rosine 18. Martin Parr. We Sports a cura di Walter Guadagnini con la collaborazione di Monica Poggi ripercorrerà la carriera del celebre autore inglese classe 1952 membro di Magnum Photos attraverso circa 150 immagini dedicate a svariati eventi sportivi con un focus tematico incentrato sugli scatti realizzati da Parr su commissione del Gruppo Lavazza in occasione dei più rilevanti tornei di tennis degli ultimi anni. Sono entusiasta di mostrare le fotografie sul tennis che sono state il risultato di una stimolante commissione ricevuta dal Gruppo Lavazza e allo stesso tempo di presentare una nuova selezione di immagini di sports realizzate nel corso della mia lunga carriera. commenta Martin Parr. Sono orgoglioso che Camera possa offrire al proprio pubblico una grande mostra dedicata allo sport e ai suoi valori ancor più in un anno che vede Torino diventare capitale internazionale del tennis con le Nitto Atp Finals straordinario momento di rilancio per la città. La mostra di Marin Parr uno dei più autorevoli esponenti della fotografia contemporanea è il più recente frutto della fertile collaborazione con due dei nostri Partner Istituzionali Magnum Photos e Gruppo Lavazza che ringrazio per la fiducia costantemente dimostrata nei confronti di Camera: non vediamo l’ora di poter accogliere migliaia di torinesi e di ospiti da ogni parte del mondo dichiara Emanuele Chieli Presidente di Camera.
dal: 20 ago, 2021 al: 1 mar, 2022