“Pene d’amor perdute” e “Racconto d‘inverno” in scena dal 19 giugno al 13 luglio
Dal 19 giugno al 13 luglio 2025 si rinnova l’appuntamento con Prato inglese. Sere d’estate con il teatro di William Shakespeare, l’iniziativa dedicata ai grandi classici shakespeariani, portati in scena in un’atmosfera e un contesto più informali e insoliti nl cuor del Teatro Stabile di Torino, il Carignano.
👉 Quest’anno il progetto propone due commedie: “Pene d’amor perdute” e “Racconto d‘inverno” affidandole alla regia di Jurij Ferrini e alla traduzione e adattamento di Diego Pleuteri. Due testi brillanti, che attraversano la carriera di William Shakespeare, ambientati in Italia e Spagna, in un immaginario di amore, equivoci, sospetti e lieto fine. “Mentre ci accingiamo a salpare per il nostro viaggio – spiega Ferrini -, verso la messa in scena di due opere di Shakespeare per Prato inglese 2025, Pene d’amor perdute e Racconto d’inverno – in due nuovissime traduzioni moderne, scorrevoli e poetiche, curate dal giovane e bravo Diego Pleuteri – scrivo qualche nota a margine solo al fine di proporre alcune considerazioni. La peculiarità dell’arte teatrale – che svolgo ormai da poco più di trent’anni – consiste proprio nella sua evanescenza: così come la vita stessa, l’arte del teatro esiste nella sua unicità, nel suo scorrere in un flusso ininterrotto, nel tempo di una serata irripetibile. Per quanto gli interpreti cerchino di riprodurre – più o meno intenzionalmente – ciò che ha funzionato bene in prova oppure la sera prima, non ci riescono mai; perché, giocoforza, esiste almeno una variabile, nella semplice equazione del Teatro, che cambia ogni sera: il pubblico. La platea è la prima e più significativa differenza tra ogni replica di uno spettacolo. Considerato dunque che lo spettacolo teatrale scompare nel momento stesso in cui esiste, così come il tempo presente di ogni essere umano, ritengo abbia davvero poco senso chiedersi se queste due letture saranno in chiave contemporanea. Lo saranno per forza: queste due opere diranno di noi, diranno delle nostre passioni incontrollabili, delle nostre cialtronerie, dei nostri buoni propositi, del loro misero fallimento e via discorrendo. E il mio pensiero è che lo diranno non per una qualche qualità intrinseca allo spettacolo o al testo, alla bravura degli attori o alla mia capacità di dirigerli: no, affatto. Il teatro è contemporaneo nei sensi e nella mente di ogni persona che assiste allo spettacolo: questi due classici saranno attuali per chi deciderà, in una afosa sera d’inizio estate, di entrare a Teatro e deliziarsi con una delle storie (o meglio tutte e due) che propone Prato inglese nel 2025”.
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Lorenzo Peterson
15th August, 2019 at 01:25 pm