Cronaca

Una pedalata alla volta: Torino e le piste ciclabili, lo stato dell’arte

Dall’8 aprile è stata aperta la nuova passerella che va a completare la ciclopista “Green Belt” Parco Dora - Pellerina – Collegno

Una pedalata alla volta: Torino e le piste ciclabili, lo stato dell’arte
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Una pedalata alla volta: Torino e le piste ciclabili, lo stato dell’arte

Dall’8 aprile è stata aperta la nuova passerella che va a completare la ciclopista “Green Belt” Parco Dora - Pellerina – Collegno

TORINO - Scegliere la bicicletta invece della macchina fa bene a noi e all'ambiente, soprattutto in questo periodo in cui i mezzi pubblici sono affollati e possono essere luogo di contagio: la bici quindi diventa un importante mezzo sostitutivo!
Di certo le lotte tra ciclisti e automobilisti sono più aspre in una metropoli come Torino, dominata da grandi incroci e strade, e di certo le bici non hanno una tacita precedenza sulle auto, fenomeno osservabile invece in città come Ferrara.
Negli ultimi anni i percorsi dedicati alla bicicletta sono cresciuti: esempio più recente è la nuova passerella ciclo-pedonale collocata nel tratto lungo l’argine della Dora, che collegherà il parco di via Calabria al giardino del castello di Lucento, La passerella va così a completare la ciclopista “Green Belt” Parco Dora – Pellerina – Collegno inaugurata l’8 aprile, Lo sviluppo complessivo della ciclopista è di circa 3 chilometri e 200 metri, il 60% su sedime stradale e il 40% su vialetti all’interno delle aree verdi.
Inoltre se prendiamo in esame le cinture, così vicine ma così lontane dal centro della città, possiamo vedere i quasi 40 chilometri di bicipolitana che attraversano Collegno, Grugliasco, Savonera, Pianezza, Rivoli, Torino, Druento e Alpignano.
Affiancano le piste ciclabili, a volte un po’ dispersive, applicazioni e mappe come Bikemap che ti permette di calcolare i percorsi più veloci seguendo le piste ciclabili della città.
Nonostante l'apparente impegno, molte piste ciclabili più datate sono pericolanti e abbandonate a se stesse. In più le bici non sono così rispettate, tra piste ciclabili sempre invase dai pedoni o usate come parcheggi e macchine che non rispettano i limiti nelle strade comuni.
Ne sono un esempio i controviali di corso Francia, da piazza Bernini verso Collegno, sono diventati controviali a “priorità ciclabile” (i primi d'Italia). Grandi scritte ricordano agli automobilisti che il nuovo limite è di 20 chilometri l'ora e che le bici hanno priorità: strisce bianche e aree “rosse” delimitano gli spazi riservati alle due ruote per superare le auto e per rivoluzionare la mobilità post covid.
Per finanziare parte del piano per la mobilità nella fase due dell'emergenza, il Comune ha usato i fondi destinati all’estensione delle aree a pagamento con strisce blu rinunciando a queste ultime.
Molti commercianti, lavoratori e, più comunemente, chi usa sovente l'auto in generale, non si sono dimostrati molto felici, preoccupati del parcheggio o del traffico, senza pensare a chi l'auto non può o non vuole usarla ma ha comunque il diritto di una viabilità sicura.
Nonostante i tentativi fatti nei confronti delle piste ciclabili, molte di loro sono ancora da mettere in sicurezza, alcune causano molti incidenti per colpa di brusche interruzioni sulla strada, come ad esempio quella di Piazza Rivoli, altre creano barriere nei confronti di persone diversamente abili come in corso Lecce, a Parella, dove la nuova viabilità crea ostacoli per i disabili che prima non esistevano: raggiungere l'area pedonale è per queste persone un percorso ad ostacoli.
Ma soprattutto, come già accennato, il vero problema è la mentalità cittadina ancora molto 'anti-ciclista', con automobilisti che non rispettano i limiti e non rallentano in prossimità delle biciclette, suonando e imprecando, mettendo a rischio il soggetto più debole.
Vero anche che le responsabilità vanno spartite, infatti molti 'ciclisti urbani' sono incuranti e irrispettosi nei confronti degli automobilisti, spesso già resi nervosi dal traffico, nonostante molti siano lavoratori riders con tempi molto stretti, altri sono semplicemente i distratti del traffico su due ruote.
Possiamo dire di essere sulla “pista giusta” per una vivibilità delle due ruote, ma ci vuole davvero qualcosa che il Comune non può darci: il rispetto reciproco e la tolleranza.

Rebecca De Bortoli

Comments :
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    Lorenzo Peterson
    15th August, 2019 at 01:25 pm
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    Tammy Camacho
    15th August, 2019 at 05:44 pm
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    Tammy Camacho
    16th August, 2019 at 03:44 pm
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      Lorenzo Peterson
      17th August, 2019 at 01:25 pm
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