La mostra si inaugura l’11 aprile in occasione della monografica di Venezia
La Galleria Franco Noero ha il piacere di presentare, dall’11 aprile all’11 maggio, la quinta personale di Robert Mapplethorpe a Torino, negli spazi di via Mottalciata e in collaborazione con The Robert Mapplethorpe Foundation. La mostra torinese coincide con una grande retrospettiva dedicata all’artista, in corso dal prossimo 10 aprile fino al 6 gennaio 2026, presso Le Stanze della Fotografia di Venezia e a cura di Denis Curti. Poco oltre il centinaio, le fotografie scelte sono del tutto inedite, mai presentate nelle mostre precedenti in galleria. Nella stanza principale sono esposte immagini scattate negli anni ’80, un periodo in cui Mapplethorpe si misura e sperimenta in particolare le possibilità date dal lavoro in studio usando fondali neri, creando immagini che restituiscono il fascino e il sapore del cinema degli anni ’30, ancora in bianco e nero ma corredato di sonoro, restituendoci quel conturbante incantesimo fatto di attesa, sorpresa, sogno e mistero che si prova nel buio della sala cinematografica. I soggetti, che siano umani o inanimati, sono colti nell’espressiva fissità di un momento, un minuscolo frammento di tempo che resta eternamente impresso su un fondo nero e quasi privo di luce e, tramite la macchina fotografica, rende quell’attimo unico e irripetibile. L’oscurità del fondo è piena di teatralità, memore se possibile del barocco caravaggesco, in cui l’apparizione di un’immagine si risolve in una liturgia inaspettatamente immota, ferma nel tempo, che desta stupore e pathos. Sono immagini sospese nel limbo di un eterno presente, conscio però dell’esistenza costante di un inizio e di una fine. I soggetti variano da personaggi che sono stati suoi compagni di strada, testimoni e attori come lui di un’epoca in cui la curiosità, il rischio nell’esporsi personalmente e nello spingersi al di là dei limiti del conformismo e della convenzionalità era di rigore, ai suoi amati fiori e alle torsioni del corpo che ne rivelano la sua massa fluida, la potenza espressiva dei suoi muscoli tesi. Corpi lucidi, patinati e scolpiti come marmo condividono la stessa ieraticità nelle pose dei ritratti di Patti Smith, Lucinda Childs, Laurie Anderson, Jennifer Jakobson o Lisa Lyon, ad esempio.
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Lorenzo Peterson
15th August, 2019 at 01:25 pm