Protagonista d’eccezione “Notti. Cinque secoli di stelle, sogni, pleniluni”
Con la Terza Risonanza, in programma dal 29 ottobre 2025 al 1° marzo 2026, la Gam di Torino prosegue il suo percorso di indagine sui linguaggi dell’arte, articolando un nuovo nucleo tematico che esplora l’incontro tra incanto, sogno e inquietudine. L’incanto a cui qui si fa riferimento non è mai pacificato né puramente estetico: si alimenta di ambiguità, di slittamenti percettivi, di quelle crepe sottili che si aprono nella superficie del reale e ne svelano il lato più fragile, misterioso o perturbante. Simbolo della Terza Risonanza la collettiva dal titolo “Notti. Cinque secoli di stelle, sogni, pleniluni”, a cura di Fabio Cafagna ed Elena Volpato, ripercorre la rappresentazione del notturno nell’arte figurativa dall’inizio del XVII secolo fino alla contemporaneità.
👉 L'esposizione presenta un centinaio di opere provenienti da prestigiose istituzioni pubbliche e collezioni private d’Europa, delle quali un nucleo consistente è parte delle collezioni della GAM.
Figurano in mostra opere e documenti che hanno segnato la storia dell’arte e della scienza dal Seicento a oggi. Tra i principali nomi di riferimento: Galileo Galilei, Maria Clara Eimmart, Giuseppe Antonio Petrini, Jules César Denis Van Loo, Joseph Wright of Derby, Antonio Canova, Francisco Goya, Giuseppe Pietro Bagetti, Giovanni Battista De Gubernatis, Ippolito Caffi, Victor Hugo, Odilon Redon, František Kupka, Franz von Stuck, Wenzel Hablik, Giacomo Balla, Paul Klee, Alberto Martini, Giorgio de Chirico, Alberto Savinio, Felice Casorati, Arturo Martini, Pablo Picasso, Marc Chagall, Joseph Cornell, Jackson Pollock, Louise Nevelson, Fausto Melotti, Osvaldo Licini, Sergio Romiti, Titina Maselli, Giulio Paolini, Michelangelo Pistoletto, Gino De Dominicis, Vija Celmins, Thomas Ruff, Merlin James, David Schutter.
👉 Si continua con l’omaggio a Linda Fregni Nagler (Stoccolma, 1976) a cura di Cecilia Canziani. L’artista utilizza il mezzo fotografico intrecciando ricerca, collezionismo e un’indagine profonda sulla materialità dell’immagine. La sua pratica riflette sulle convenzioni iconografiche, sui cliché visivi e sull’uso delle immagini anonime, costruendo dispositivi narrativi capaci di generare nuove riflessioni sul presente. Nell’isolare e conservare frammenti del visibile, le immagini fotografiche raccontano la storia dello sguardo: testimoniano non solo ciò che mostrano, ma anche i diversi modi in cui, nel tempo, abbiamo osservato il mondo. Nella fotografia, presenza e assenza, visibile e invisibile si inseguono, rendendo ogni immagine un luogo di riflessione, memoria e immaginazione. E ancora un’ampia antologica di Elisabetta Di Maggio, a cura di Chiara Bertola e Fabio Cafagna, a Lothar Baumgarten, artista scomparso nel 2018, Intruso del 2025, infine, è l’artista Davide Sgambaro.
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Lorenzo Peterson
15th August, 2019 at 01:25 pm